Escursioni

Verso i ruderi di Castelvecchio e Salego

Itinerario:
La tranquilla escursione ci porta sul sentiero numero 1 attraverso l’ombreggiato bosco di Ratzes fino a Siusi (997 metri). Ci accompagna una splendida vista sul paese di Siusi, la Val d’Isarco ed il Renon. La via ci porta al Rudere Castelvecchio (1201 metri); qui ci fermiamo e ci godiamo una piccola merenda. La rovina si erge su un’imponente protuberanza rocciosa, la quale si è probabilmente staccata,millenni fa, dal versante nord della Punta Santner. Originariamente il castello era proprietà dei signori von Hauenstein, ma venne in seguito ereditato dai Wolkenstein. Il più famoso rappresentante della famiglia fu il cantastorie e poeta Oswald von Wolkenstein, che visse a Castelvecchio con la sua famiglia fino al 1445, anno della sua morte. Egli viaggiò per l’Europa ed il Medio Oriente, ma l’amore per la sua terra lo riportò presto in patria. Le idilliache opere del poeta raccontano ancora oggi del mondo che fu. Tramite i suoi poemi siamo al corrente degli equilibri sociali del tempo, degli amori di Oswald e della sua sfortunata storia d’amore con Sabine Jaeger, che visse a Tisana sotto Castelrotto. Da Castelvecchio ci incamminiamo attraverso il bosco fino alle vecchie mura della misteriosa rovina di Salego (1125 metri), per ritornare a Siusi su sentieri ben segnalati.

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Da Siusi ai Laghetti di Fié

Itinerario:
da Siusi (997 metri) si continua prima sulla strada verso Fié e poi sulla strada laterale con la segnaletica numero 2 verso la Selva di Castelvecchio fino all’antico Hotel Salegg (1026 metri), nelle cui vicinanze si trovano i resti del Rudere Castel Salego (1125 metri, si raggiunge dall’Hotel in 15 minuti). Pochi minuti di cammino più a valle si trova l’albergo S. Vigilio. Dall’antico Hotel Salegg il sentiero ci porta ancora, attraverso il bosco, a fresche e ombreggiate distese e a silenziosi pendii. Durante il cammino godiamo di un eccezionale panorama antistante la Punta Santner, Gabels, Mull e il Piccolo Sciliar. Dopo aver attraversato il canalone della strada ed un tratto di verde bosco, raggiungiamo i Laghetti di Fié (1036 metri), costruiti dai signori di Fié nel medioevo come laghi da pesca e utilizzati anche per i macabri rituali delle persecuzione religiose (streghe). Oggi i Laghetti di Fié sono un amato luogo di balneazione, ospitannti due alberghi nelle immediate vicinanze. Il sentiero numero 1 porta dopo ca. mezz’ora accanto la residenza Zimmerlehen, al cui interno si possono ammirare bellissimi dipinti. Ritorno: da Fié prendiamo l’autobus fino a Siusi (autobus ogni mezz’ora).

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Castelvecchio e i Laghetti di Fié

Itinerario:
Da Castelrotto (1060 metri) proseguiamo costantemente sul sentiero numero 6 attraverso i verdi prati in direzione sud verso S. Valentino (ca. 1175 metri), con la sua romantica chiesetta. In seguito continuiamo attraverso i masi verso Bagni di Razzes (1212 metri), superiamo il fiume e proseguiamo sul sentiero numero 3B in direzione ovest fino al Castello Castelvecchio (1201 metri), che si erge su un’imponente sporgenza rocciosa sotto la Punta Santner. In questa residenza visse Oswald von Wolkenstein, dopo aver conquistato la proprietà in una sanguinosa e lunga faida. Nessuno si permise più di criticare il suo possedimento, solo Anna Hausmannin continuò a rifiutare tale fatto; ella però aveva già ammagliato Oswald con la sua bellezza e dunque non dovette temere ripercussioni. Oswald von Wolkenstein in gioventù visitò l’Europa in lungo e in largo, partecipò alle crociate e al suo ritorno fu molto apprezzato per le lingue che aveva imparato, facendolo diventare uno stimato diplomatico. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse al Castello di Castelvecchio. Nel 1445 Oswald morì. – Da Castelvecchio ci incamminiamo verso il Rudere di Salego. Da qui prendiamo il sentiero numero 2 che ci porta, dopo una lunga attraversata nel bosco, fino al Laghetto di Fié (1036 metri; qui ci sono due alberghi), l’antico laghetto di pesca dei signori di Fié; oggi questo luogo è una famosa meta escursionistica. Dopo una breve discesa arriviamo alla fermata dell’autobus di S. Costantino (905 metri).

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Da Castelrotto verso S. Osvaldo e Siusi

Itinerario:
Dal pittoresco centro paesano di Castelrotto (1060 metri) ci muoviamo su un’antica via fino a S. Osvaldo, passando accanto a dei masi con i loro bei fienili e ad una vegetazione molto variegata. Ippocastani e ciliegi accompagnano il sentiero. Sopra di esso si trova un antico luogo di culto, il dosso “Katzenloch”. Qui gli archeologi hanno trovato antiche vasi che ora sono esposti nel museo della mummia del Similaun. S. Osvaldo (750 metri; alberghi) è un luogo molto tranquillo con pittoreschi casali e solo 80 abitanti. In questa zona il sole ed il clima mite fanno crescere alberi da frutta e viti. Un amato luogo per organizzare le rinomate castagnate autunnali, un’antica tradizione altoatesina. Dai frutteti e dai vigneti ci muoviamo da S. Osvaldo alle rovine di Aichach vicino al Pflegerhof. Questo maso oggi si presenta come un paradiso delle erbe medicinali, che lascia senza fiato. La profonda gola dello Sciliar ed i suoi ripidi pendii ci accompagnano lungo tutto l’itinerario. Sulla strada per Siusi visitiamo un antico mulino. Max, il contadino e il proprietario, ci introdurrà nel mestiere. Attraverso i prati arriviamo a Siusi (994 metri), da dove prendiamo l’autobus fino a Castelrotto.

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Castelrotto – San Valentino – Siusi

Passeggiata comoda ed assai piacevole. Oltre alla bellezza della natura offer al viandante interessanti aspetti storici e culturali.

Itinerario:
Di fronte alla Cassa di Risparmio ci incamminiamo nella Via Marinzen, indicata con il no. 6. Lasciamo alle nostre spalle Garnì e case, per arrivare al Maso Wegmacher. Da qui il sentiero passa in mezzo a bellissime praterie e salendo leggermenten arriviamo allo Scherer-Platzl, un piccolo spiazzo che invita a fare una sosta. Seguiamo ora la strada asfaltata in direzione sud fino alla cappelletta, dedicata alla Madonna. Giriamo a destra prendendo il sentiero no. 7, e oltrepassiamo il Pestfriedhof, (Crocifisso che ricorda la peste dell’anno 1634) per poi attraversare la strada dell’Alpe di Siusi e arrivare in ca. 10 minuti alla chiesetta di San Valentino. Solitaria in mezzo ai campi, sullo sfondo della Bullaccia e dei fitti boschi che le fanno corona, questa chiesa è insieme punto di riferimento e simbolo della bellezza e dell’armonia che così spesso arte e natura offrono in questa zona. Verso sud fa da guardia la maestosa Punta Santner. Di notevole, al suo interno, San Valentino offre una serie di affreschi (pareti sud, ovest e del coro) del 14º e 15º sec., riportati alla luce tra il 1962 e il 1972; altri affreschi, in un miglior stato di conservazione, si ammirano anche all’esterno (muro sud). Si tratta di un San Cristoforo, una Madonna, un San Valentino e una Crocifissione (purtroppo deturpata da una finestra a ogiva gotica, aperta in epoca posteriore), nel cui stile si aprezza l’influsso della Scuola Veronese. Da San Valentino il sentiero scende, sempre segnato no 7, in mezzo ai prati, su un vecchio sentiero acciottolato, alla nostra meta: Siusi allo Sciliar.

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